Le persone incontrate nel Centro di Ascolto della Caritas diocesana di Rimini
Diminuite le persone incontrate
Utenti nel periodo 2004-2015
Era dal 2008 che il numero delle persone incontrate dal Centro di Ascolto della Caritas diocesana non scendeva sotto le 2.200 unità. Verrebbe quindi da pensare che la crisi economica stia iniziando a far svanire i suoi effetti, ma, per comprendere meglio questo dato, è necessario considerare il grafico relativo alla cittadinanza.
Cittadinanza nel periodo 2004-2015
Come si nota da questo secondo grafico, coloro che in realtà sono diminuiti sono gli stranieri, perché gli italiani sono passati dal 19% nel 2004 al 33% nel 2015.
Non possiamo quindi affermare che siano diminuite le persone perché è finita la crisi, quanto piuttosto che gli stranieri abbiano avuto meno necessità della Caritas perché o sono tornati in patria o si sono spostati in altre città europee.
Nuovi e ritorni
2015 | 2014 | 2013 | ||||
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Anno apertura | n | % | n | % | n | % |
Nuovi | 917 | 41,7 | 1.076 | 46,3 | 1.118 | 46,4 |
Ritorni | 1.282 | 58,3 | 1.248 | 53,7 | 1.289 | 53,6 |
Totale | 2.199 | 100 | 2.324 | 100 | 2.407 | 100 |
Se si considera la percentuale di coloro che sono tornati alla Caritas nel corso degli anni si riscontra un costante aumento di coloro che permangono in una situazione di povertà e sono quindi costretti a tornare alla Caritas per chiedere aiuto.
Coloro che si sono rivolti alla Caritas per la prima volta nel 2015 sono 917 persone: 287 italiani (che corrispondono al 40% degli italiani incontrati) e 622 stranieri (pari al 43% degli immigrati del 2015, contro il 53% del 2014), questo implica che nel 2015 abbiamo incontrato meno stranieri che, per la prima volta, si sono rivolti alla Caritas. Il dato è forse da intendersi come una diminuzione del flusso immigratorio per motivi economici, e si riflette nella diminuzione di accessi alla Caritas di nuovi stranieri.
Gli italiani “nuovi” sono per la maggior parte uomini celibi o separati. È inoltre importante precisare che 60 di questi hanno residenza a Rimini, quindi non si tratta di italiani di passaggio che si sono rivolti alla Caritas di Rimini perché temporaneamente sul territorio, ma di persone del luogo, che stanno attraversando un momento particolarmente difficile e tragico.
Per quel concerne gli stranieri incontrati per la prima volta, è interessante precisare le nazionalità e la percentuale di questa relativa al totale di ogni singola nazione incontrata:
- 142 rumeni, pari al 33%
- 101 marocchini, pari al 39%
- 66 ucraini, pari al 47%
- 40 tunisini, pari al 42%
Questa analisi fa quindi comprendere che una buona parte di ucraini sia venuta in Caritas per la prima volta nel 2015.
La povertà è maschile
2015 | 2014 | 2013 | ||||
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Sesso | n | % | n | % | n | % |
Maschile | 1.528 | 69,5 | 1.595 | 68,6 | 1.628 | 67,6 |
Femminile | 671 | 30,5 | 729 | 31,4 | 779 | 32,4 |
Totale | 2.199 | 100 | 2.324 | 100 | 2.407 | 100 |
Rispetto al genere si conferma la tendenza degli anni precedenti, sono cioè in aumento gli uomini rispetto alle donne: essi rappresentano il 69,5% delle persone incontrate.
Rispetto alla cittadinanza gli uomini italiani sono il 75% degli italiani, mentre quelli stranieri il 66%. Gli uomini sono quindi più spesso in situazioni di povertà: la maggior parte dei maschi italiani che si sono rivolti alla Caritas diocesana è celibe o separato, disoccupato e senza casa; tra gli uomini stranieri diversi invece sono coniugati, ma hanno lasciato la famiglia in patria; moltissimi dormono in strada e quasi tutti non hanno occupazione o solo lavori saltuari ed in nero.
La povertà colpisce i quarantenni
2015 | 2014 | 2013 | ||||
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Classe di eta’ | n | % | n | % | n | % |
15 – 18 anni | 15 | 0.7 | 13 | 0.6 | 8 | 0.3 |
19 – 24 anni | 158 | 7.2 | 187 | 8.0 | 197 | 8.2 |
25 – 34 anni | 465 | 21.1 | 506 | 21.8 | 582 | 24.2 |
35 – 44 anni | 595 | 27.1 | 624 | 26.9 | 673 | 28.0 |
45 – 54 anni | 538 | 24.5 | 556 | 23.9 | 526 | 21.9 |
55 – 64 anni | 340 | 15.5 | 352 | 15.1 | 337 | 14.0 |
65 – 74 anni | 77 | 3.5 | 71 | 3.1 | 65 | 2.7 |
75 e oltre | 11 | 0.5 | 14 | 0.6 | 16 | 0.7 |
(Non specificato) | 0 | 0.0 | 1 | 0.0 | 3 | 0.1 |
Totale | 2.199 | 100 | 2.324 | 100 | 2.407 | 100 |
L’età in cui si corre di più il rischio di cadere in situazione di povertà è quella tra i 35 e i 44 anni; cresce però il pericolo anche per coloro che hanno dai 45 ai 54 anni. Sono gli anni nei quali le persone dovrebbero essere al vertice della propria realizzazione sia da un punto di vista lavorativo che familiare; invece, nella misura in cui viene meno il lavoro, tutto crolla con scarse prospettive di essere ricostruito.
Se si considera la cittadinanza, gli stranieri in situazione di povertà sono più giovani, mentre gli italiani hanno in media tra i 45 e i 54 anni.
È calata la presenza dei giovani, perché è stato minore l’afflusso di immigrati, soprattutto di quelli provenienti dalla Romania che rappresentavano il gruppo più numeroso di giovani. Ora i giovani che arrivano sono quelli che giungono dalle zone di conflitto (Afghanistan, Pakistan, Somalia, Mali, Egitto, Nigeria, Libia, Siria…).
Italiani sempre più in difficoltà
Cittadinanza | n | % | n | % | n | % |
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Italiana | 725 | 33.0 | 692 | 29.8 | 720 | 29.9 |
Non Italiana | 1.455 | 66.2 | 1.617 | 69.6 | 1.672 | 69.5 |
Doppia cittadinanza | 17 | 0.8 | 13 | 0.6 | 12 | 0.5 |
Apolide | 2 | 0.1 | 2 | 0.1 | 3 | 0.1 |
Totale | 2.199 | 100 | 2.324 | 100 | 2.407 | 100 |
Il numero degli italiani è pressoché simile a quello del 2013, ma è maggiore il peso percentuale: hanno infatti raggiunto il 33% degli utenti.
Guardando i dati relativi agli italiani più in profondità si riscontra che:
- il 75% sono uomini, contro il 74% del 2014;
- il 32% ha tra i 45 e i 54 anni, contro il 31% del 2014;
- il 26% vive in famiglia, mentre il 64% vive solo. Nel 2014 viveva in famiglia il 24% e solo il 64% (questo vuol dire che anche le famiglie sono sempre più colpite e non solo gli uomini soli);
- il 51% è privo di abitazione, contro il 46% dello scorso anno (quindi le situazioni di povertà sono sempre più gravi);
- l’84% è disoccupato, contro l’80% del 2014 (il lavoro resta la causa principale della caduta in povertà);
- il 5% è pensionato, mentre nel 2014 lo era il 6%;
- il 5% sono inabili come l’anno precedente;
- il 7% sono nati nella provincia di Rimini ed il 32% vi risiedono, mentre nel 2014 erano rispettivamente il 6 ed il 30% (si tratta, cioè, sempre più di italiani del luogo che non sanno come affrontare le necessità quotidiane).
Italiani in mensa per mese nel periodo 2013-2015
Le difficoltà degli italiani sono evidenti anche dalla loro affluenza in mensa: come si riscontra dal grafico, il numero di accessi in mensa da parte degli italiani è stato superiore rispetto agli anni precedenti, eccetto che per il mese di agosto.
Le nazionalità degli stranieri
Utenti per nazionalità nel periodo 2004-2015
Come si riscontra dal grafico, a partire dal 2012, il numero degli italiani che si sono rivolti alla Caritas diocesana è rimasto sempre attorno alle 700 unità. Va invece diminuendo la presenza dei rumeni che, dopo il picco del 2007, sono poi calati nel 2008 e 2009, per poi risalire nel 2010 e diminuire nuovamente dal 2011, fino a raggiungere le 429 unità nel 2015.
La presenza dai marocchini è invece pressoché costante negli ultimi 4 anni, attorno alle 250 persone.
Se si considera il numero degli ucraini si registra invece una notevole diminuzione passando dagli oltre 500 nel 2004 ai 139 nel 2015, va inoltre precisato che in questo ultimo anno si è riscontrato un aumento di ucraini mai incontrati prima, pari al 47% di tale nazionalità.
Gli altri Paesi sono tutti al di sotto delle 100 unità, ma vale la pena sottolineare l’aumento dei senegalesi. Si tratta per la maggior parte di uomini, in Italia dagli anni ’90, che nell’ultimo quinquennio hanno perso il lavoro e si rivolgono alla Caritas per chiedere aiuto, sempre più frequentemente, soprattutto alimentare e per il vestiario.
Stranieri nel periodo 2004-2015
Se si incrociano i dati tra nazione di provenienza e sesso, emerge l’ampio prevalere degli uomini rispetto alle donne tra: i rumeni, i marocchini, i tunisini, gli albanesi e i senegalesi. Ci sono inoltre alcune nazionalità che sono totalmente rappresentate dagli uomini: Pakistan, Egitto, Algeria, Mali.
Le donne invece sono più numerose degli uomini per quel che concerne: Ucraina, Russia, Moldavia e Serbia; tantissime anche le rumene, che sono però poco più della metà dei maschi connazionali.
Questa disparità di genere trova le sue ragioni in diverse motivazioni, prima tra tutte la differenza di impiego tra i due sessi. Gli uomini erano prevalentemente impegnati nel settore edile, uno dei settori più colpiti dalla crisi, hanno quindi perso il proprio lavoro e si sono ritrovati costretti a chiedere aiuto.
Le donne, soprattutto quelle dell’est, erano invece impegnate nell’ambito dell’assistenza; anche questo settore ha subito delle mutazioni perché, con la crisi economica, le famiglie hanno convenuto importante accudire personalmente i propri cari, oppure li hanno ricoverati in delle case di riposo, facendo venir meno posti di lavoro nel settore. A differenza degli uomini, che sono rimasti sul territorio nella speranza di trovare un’occupazione, le donne hanno preferito tornare nei paesi di provenienza.
Inoltre è importante sottolineare che, spesso, nei flussi migratori per motivi economici, sono gli uomini che si spostano più delle donne, perché sono loro che vanno alla ricerca di un lavoro per aiutare tutta la famiglia.
Il problema dell’assenza del permesso di soggiorno
2015 | 2014 | 2013 | ||||
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Permesso di soggiorno | n | % | n | % | n | % |
Comunitari | 542 | 36,8 | 594 | 36,4 | 652 | 38,6 |
Sì | 674 | 45,7 | 773 | 47,4 | 756 | 44,8 |
No | 166 | 11,3 | 178 | 10,9 | 174 | 10,3 |
In attesa | 69 | 4,7 | 80 | 4,9 | 93 | 5,5 |
Altro | 20 | 1,4 | 7 | 0,4 | 8 | 0,5 |
(Non specificato) | 3 | 0,2 | 0 | 0,0 | 4 | 0,2 |
Totale | 1.474 | 100 | 1.632 | 100 | 1.687 | 100 |
La maggior parte degli stranieri che si rivolgono alla Caritas sono in possesso di un regolare Permesso di Soggiorno oppure appartengono ai Paesi dell’Unione Europea.
Tuttavia, nel 2015, abbiamo registrato un leggero aumento degli irregolari e ciò risulta essere un serio problema, poiché senza quel documento è impossibile trovare un lavoro regolare, stipulare un contratto di affitto, avere un medico di base.
Tra coloro che sono in questa condizione i più numerosi sono gli ucraini e gli albanesi: non sempre si tratta di una irregolarità dovuta al recente ingresso in Italia, ma, sempre più spesso, alla impossibilità di rinnovare tale documento perché rimasti privi di lavoro. In queste situazioni è molto difficile intervenire in quanto si tratta di persone o famiglie che risiedono da tempo in Italia e non desiderano tornare in patria; ambirebbero, invece, trovare un lavoro e poter rinnovare il proprio Permesso di Soggiorno per poter continuare a vivere in questa nazione, anche perché, a volte, hanno figli nati in Italia, che non desiderano tornare nel Paese dei genitori.
Celibi o nubili in povertà
2015 | 2014 | 2013 | ||||
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Stato civile | n | % | n | % | n | % |
Celibe o nubile | 873 | 39.7 | 909 | 39.1 | 997 | 41.4 |
Coniugato/a | 684 | 31.1 | 755 | 32.5 | 778 | 32.3 |
Separato/a legalmente | 263 | 12.0 | 284 | 12.2 | 266 | 11.1 |
Divorziato/a | 219 | 10.0 | 240 | 10.3 | 218 | 9.1 |
Vedovo/a | 123 | 5.6 | 119 | 5.1 | 119 | 4.9 |
Altro | 5 | 0.2 | 5 | 0.2 | 11 | 0.5 |
(Non specificato) | 32 | 1.5 | 12 | 0.5 | 18 | 0.7 |
Totale | 2.199 | 100 | 2.324 | 100 | 2.407 | 100 |
Essere celibi o nubili implica un rischio maggiore di ritrovarsi in una situazione di povertà, questo perché non sempre si ha qualcuno con cui condividere le spese (una compagna, un familiare, un amico…) e spesso non si ha neppure un giusto supporto morale per affrontare le difficoltà.
Rispetto allo stato civile è interessante notare le differenze tenendo in considerazione la cittadinanza:
gli italiani sono: | per il 46% celibi o nubili | gli stranieri sono: | per il 39% coniugati |
per il 19% separati | per il 37% celibi o nubili | ||
per il 14% divorziati | per l’8% divorziati | ||
per il 13,9% coniugati | per il 7% separati | ||
per il 4% vedovi | per il 6% vedovi |
Come si può notare c’è una differenza significativa tra italiani e stranieri che con più frequenza si rivolgono alla Caritas, i primi sono rappresentati prevalentemente da celibi, separati o divorziati; mentre tra gli stranieri non è così netta la differenza percentuale tra coniugati e celibi.
La solitudine amplifica gli effetti della povertà
2015 | 2014 | 2013 | ||||
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Con chi vive | n | % | n | % | n | % |
Solo | 1.241 | 56.4 | 1.293 | 55.6 | 1.279 | 53.1 |
In nucleo con propri familiari o parenti | 426 | 19.4 | 451 | 19.4 | 587 | 24.4 |
In nucleo con conoscenti o soggetti esterni | 388 | 17.6 | 418 | 18.0 | 466 | 19.4 |
Presso istituto, comunità, ecc. | 18 | 0.8 | 37 | 1.6 | 22 | 0.9 |
Altro | 8 | 0.4 | 1 | 0.0 | 16 | 0.7 |
Coabitazione di più famiglie | 5 | 0.2 | 20 | 0.9 | 15 | 0.6 |
In famiglia di fatto | 91 | 4.1 | 101 | 4.3 | non rilevato | |
(Non specificato) | 22 | 1.0 | 3 | 0.1 | 22 | 0.9 |
Totale | 2.199 | 100 | 2.324 | 100 | 2.407 | 100 |
Anche questa tabella testimonia come ci sia correlazione tra povertà e solitudine: il 56,4% delle persone che si sono rivolte alla Caritas nel 2015 vive infatti da solo.
Risulta interessante incrociare questi dati con quelli dello stato civile, in questo modo si scopre che vivono soli: il 68% dei separati, il 66% dei celibi ed il 40% dei coniugati. Mentre coloro che vivono con i familiari sono: il 42% dei coniugati, il 7% dei celibi ed il 7% dei separati.
Rispetto alla cittadinanza si riscontra la medesima percentuale di coloro che vivono in famiglia: sono cioè il 19% degli italiani ed il 19% degli stranieri; si registra invece una differenza del 10% rispetto a coloro che vivono soli pari al l 64% degli italiani ed il 54% degli immigrati.
La scelta di vivere con conoscenti è più diffusa tra gli stranieri con il 22% contro il 9% di italiani.
Diversi studi (in particolare la ricerca sui senza dimora realizza da Istat, Fiopsd e Caritas Italiana), hanno dimostrato che il permanere in una situazione di solitudine non favorisce l’uscita dalla condizione di povertà; anzi ne amplifica gli effetti perché, oltre ad essere poveri, si è soli, quindi senza nessun sostegno morale ed economico con cui condividere le proprie sofferenze. In questo la Caritas viene percepita come un ottimo strumento di possibilità di incontri, di amicizie e di conforto; molte persone hanno dichiarato di venire alla Caritas non solo perché trovano cibo, vestiti e letti, quanto perché hanno la possibilità di conoscere persone e fare amicizie.
Aumentano le situazioni di povertà estrema
2015 | 2014 | 2013 | ||||
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Condizione abitativa | n | % | n | % | n | % |
Precaria | ||||||
Privo di abitazione | 1.078 | 49.0 | 1.045 | 45.0 | 1.024 | 42.5 |
Domicilio di fortuna | 317 | 14.4 | 410 | 17.6 | 474 | 19.7 |
Ospite di amici/familiari | 148 | 6.7 | 173 | 7.4 | 112 | 4.7 |
Roulotte | 59 | 2.7 | 49 | 2.1 | 51 | 2.1 |
Dorme in macchina | 36 | 1.6 | 56 | 2.4 | 47 | 2.0 |
Casa abbandonata | 21 | 1.0 | 19 | 0.8 | 19 | 0.8 |
Totale Precaria | 1.659 | 75.4 | 1.752 | 75.4 | 1.727 | 71.7 |
Stabile | ||||||
Casa in affitto da privato | 389 | 17.7 | 420 | 18.1 | 520 | 21.6 |
Casa in comodato | 41 | 1.9 | 62 | 2.7 | 76 | 3.2 |
Casa in affitto da ente pubbl. | 63 | 2.9 | 59 | 2.5 | 49 | 2.0 |
Casa in proprieta’ | 22 | 1.0 | 22 | 0.9 | 20 | 0.8 |
Totale Stabile | 515 | 23.4 | 563 | 24.2 | 665 | 27.6 |
Altro | 11 | 0.5 | 3 | 0.1 | 0 | 0.0 |
(Non specificato) | 14 | 0.6 | 6 | 0.3 | 15 | 0.6 |
Totale | 2.199 | 100 | 2.324 | 100 | 2.407 | 100 |
Le situazioni di povertà che incontriamo alla Caritas sono sempre più gravi: il 75% delle persone incontrate vive in una condizione abitativa instabile; 1.078 hanno dichiarato di essere prive di abitazione sul territorio di Rimini e quindi di dormire in strada. La maggior parte di coloro che non hanno dimora tendono a stare da soli, soprattutto se italiani, mentre gli stranieri, spesso, condividono questa condizione assieme a conoscenti o amici. Pochi, ma in aumento rispetto al passato, i casi di coppie che vivono in strada. Constante, rispetto al 2014, ma significativo, il numero delle donne che non hanno una casa: sono il 22% dei senza dimora.
Se si considera la cittadinanza, il 51% degli italiani che si è rivolto alla Caritas non ha casa, mentre gli stranieri in questa condizione sono il 48%.
Rispetto a coloro che hanno un’abitazione, sono in leggero aumento quelli che vivono in una casa popolare. Si presume che si tratti di persone che da tempo sono in una situazione di disagio, non solo economico, ma anche legato ad altri fattori (malattie, disabilità, dipendenze, problemi con la giustizia, difficoltà familiari…); in queste situazioni “stagnanti” è difficile intervenire ma, operando insieme agli assistenti sociali, si riesce, almeno, ogni tanto, a portare un po’ di sollievo.
Rispetto alla cittadinanza vivono in casa in affitto da privati il 19% degli immigrati contro il 16% degli italiani; il 5% degli italiani vive in case popolari, mentre gli stranieri sono il 2%, il 2,5% degli italiani ha una casa in proprietà, mentre gli stranieri sono lo 0,3%.
Più basso è il titolo di studio più alte sono le possibilità di cadere in povertà
2015 | 2014 | 2013 | ||||
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Titolo di studio | n | % | n | % | n | % |
Analfabeta | 41 | 1.9 | 49 | 2.1 | 37 | 1.5 |
Nessun titolo | 124 | 5.6 | 105 | 4.5 | 110 | 4.6 |
Licenza elementare | 298 | 13.6 | 336 | 14.5 | 311 | 12.9 |
Licenza media inferiore | 886 | 40.3 | 936 | 40.3 | 966 | 40.1 |
Diploma professionale | 358 | 16.3 | 392 | 16.9 | 422 | 17.5 |
Licenza media superiore | 198 | 9.0 | 227 | 9.8 | 299 | 12.4 |
Diploma universitario | 71 | 3.2 | 66 | 2.8 | 83 | 3.4 |
Laurea | 89 | 4.0 | 92 | 4.0 | 87 | 3.6 |
Altro | 3 | 0.1 | 1 | 0.0 | 2 | 0.1 |
(Non specificato) | 131 | 6.0 | 120 | 5.2 | 90 | 3.7 |
Totale | 2.199 | 100 | 2.324 | 100 | 2.370 | 100 |
Rispetto al titolo di studio non ci sono sostanziali differenze in confronto agli anni precedenti.
Sono leggermente aumentate le persone prive di titoli di studio o analfabete: su questo dato pesa l’incidenza dei diversi immigrati, fuggiti da paesi in conflitto, nei quali non hanno avuto la possibilità di accedere a percorsi scolastici.
Tendenzialmente si riscontra una maggiore presenza di chi ha fatto le scuole medie inferiori e non ha poi intrapreso alcuna specializzazione.
Si constata quindi una relazione tra basso titolo di studio e povertà, questo perché, con una bassa qualifica, risulta più difficile trovare un nuovo impiego.
Il problema dell’assenza di occupazione
2015 | 2014 | 2013 | ||||
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Condizione professionale | n | % | n | % | n | % |
Disoccupato/a | 1.946 | 88.5 | 2.019 | 86.9 | 2.093 | 87.0 |
Occupato | 67 | 3.0 | 69 | 3.0 | 105 | 4.4 |
Pensionato/a | 45 | 2.0 | 54 | 2.3 | 59 | 2.5 |
Altro | 19 | 0.9 | 29 | 1.2 | 31 | 1.3 |
Casalinga | 35 | 1.6 | 39 | 1.7 | 35 | 1.5 |
Inabile parziale o totale al lavoro | 53 | 2.4 | 63 | 2.7 | 38 | 1.6 |
Studente | 27 | 1.2 | 24 | 1.0 | 24 | 1.0 |
(Non specificato) | 7 | 0.3 | 27 | 1.2 | 22 | 0.9 |
Totale | 2.199 | 100 | 2.324 | 100 | 2.407 | 100 |
La percentuale dei disoccupati ha raggiunto l’88,5%: è quindi evidente che il motivo principale che porta le persone a rivolgersi alla Caritas è l’assenza di lavoro.
Elemento aggravante è poi la durata del periodo di disoccupazione, che tende sempre più ad allungarsi, con esiti drammatici per la vita delle persone che sfociano spesso: nella perdita della casa, nei conflitti con i familiari e purtroppo, talvolta, nella illusoria consolazione delle dipendenze.
Sempre più problemi
2015 | 2014 | 2013 | ||||
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Problemi | n | % sulle persone |
n | % sulle persone |
n | % sulle persone |
POV – Problemi economici | 2.257 | 102.6 | 2.325 | 100.0 | 2.274 | 89.9 |
OCC – Occupazione/lavoro | 2.155 | 98.0 | 2.269 | 97.6 | 2.352 | 93.0 |
CAS – Problematiche abitative | 1.772 | 80.6 | 1.841 | 79.2 | 1.814 | 71.7 |
FAM – Problemi familiari | 1.028 | 46.7 | 1.044 | 44.9 | 941 | 37.2 |
IMM – Migrazione/immigrazione | 552 | 25.1 | 666 | 28.7 | 434 | 17.2 |
PRO – Altri problemi | 433 | 19.7 | 441 | 19.0 | 337 | 13.3 |
SAL – Problemi di salute | 314 | 14.3 | 262 | 11.3 | 225 | 8.9 |
IST – Problemi di istruzione | 281 | 12.8 | 344 | 14.8 | 284 | 11.2 |
DIP – Dipendenze | 117 | 5.3 | 93 | 4.0 | 97 | 3.8 |
DEN – Detenzione e giustizia | 102 | 4.6 | 89 | 3.8 | 91 | 3.6 |
HAN – Handicap/disabilita’ | 64 | 2.9 | 75 | 3.2 | 75 | 3.0 |
Totale | 9.075 | 412.7 | 9.449 | 406.6 | 8.924 | 352.7 |
Le persone che si rivolgono alla Caritas hanno sempre più problemi: in media ciascuna persona ha 4 tipi di difficoltà diverse, come mostrato dalla tabella.
Tutti hanno difficoltà di tipo economico. Il 98% ha problemi di occupazione: se si considera che i disoccupati sono l’88,5% è evidente che anche coloro che hanno un’occupazione riscontrano delle difficoltà, o perché questa è saltuaria e precaria o perché lo stipendio percepito è troppo basso.
Anche per quel che concerne le problematiche abitative sono state registrate più difficoltà (80,6%), rispetto al numero di coloro che sono completamente privi di alloggio (75%); questo perché anche tra coloro che hanno casa sussistono difficoltà: o perché gli affitti sono troppo alti, o perché la casa è malmessa, o perché si tratta di soluzioni provvisorie che non offrono alcuna garanzia in quanto posti letto da amici, o stanze in affitto in residence.
Quasi una persona su due ha dichiarato di avere problemi in famiglia. La mancanza di una stabilità familiare è spesso la causa principale della caduta in povertà, perché, nella misura in cui viene meno il sostegno della famiglia, si diviene più vulnerabili, si perde energia, speranza, fiducia e non si ha più la capacità di affrontare i problemi in modo lucido. Tra le difficoltà familiari mettiamo in evidenza 96 casi in cui è morto un familiare, lutto che ha inevitabilmente portato la persona in uno stato di ulteriore disagio e smarrimento, specie se il defunto rappresentava l’unico punto di riferimento o l’unica fonte di reddito per la famiglia; 80 situazioni in cui in famiglia è presente un componente che ha problemi di salute e necessita di assistenza; 30 casi di gravidanza dove le difficoltà economiche rendono disagiato anche questo periodo della vita che dovrebbe invece essere felice; 28 casi di violenza domestica, purtroppo in aumento rispetto al passato.
Crescono le difficoltà anche per gli immigrati, soprattutto perché non riescono più ad inviare soldi in patria per mantenere le famiglie; alcuni sono stati costretti a far rimpatriare i propri familiari, altri stanno valutando di partire. È inoltre cresciuto il numero di coloro che non hanno più un Permesso di Soggiorno regolare.
In altri problemi sono indicate le situazioni di solitudine, di disagio psicologico, di maltrattamenti, ma anche i casi di furti: quest’anno abbiamo riscontrato un aumento di persone che sono state derubate e picchiate, questi avvenimenti provocano non pochi disagi nelle persone assistite perché, la sottrazione dei documenti, soprattutto per gli stranieri, comporta notevoli spese e tempi lungi per il loro nuovo rilascio.
Crescono le problematiche relative alla salute.
Aumentano la situazioni legate alle dipendenze, soprattutto da alcol e droga; molti, tra gli ex dipendenti, non riescono a re immettersi nella società perché non trovano lavoro, hanno perso la fiducia da parte dei propri cari e si sentono smarriti e soli.
In aumento anche i casi di dipendenza da gioco (9), ma queste realtà faticano ad emergere perché difficilmente le persone raccontano questa problematica.
Anche il disagio degli ex detenuti è in aumento, perché, una volta scontata la pena, le persone difficilmente riescono a trovare un’occupazione ed una casa.
Le risposte della Caritas diocesana
Interventi | 2015 | 2014 | 2013 |
---|---|---|---|
Mensa I turno (pubblica, previo colloquio al Centro di Ascolto) |
51.218 | 50.247 | 47.453 |
Mensa II turno (per coloro che vivono in struttura) |
16.176 | 13.308 | 9.394 |
Cene (per coloro che sono accolti nel dormitorio) |
15.185 | 15.362 | 14.573 |
Pasti a domicilio agli anziani (Giro Nonni) |
11.424 | 11.863 | 11.515 |
Pasti per coloro che sono stati fermati dalle forze dell’ordine | 534 | 507 | 499 |
Totale pasti | 97.055 | 96.406 | 83.434 |
Ascolto | 9.064 per 2.199 persone |
8.393 per 2.324 persone |
8.163 per 2.407 persone |
Pacchi viveri | 345 per 104 persone |
594 per 162 persone |
1.069 per 302 persone |
Docce | 3.069 per 672 persone |
3.075 per 710 persone |
3.317 per 756 persone |
Indumenti | 2.351 per 790 persone |
2398 per 854 persone |
2.557 per 902 persone |
Alloggio (prima accoglienza) | 6.278 notti per 706 persone |
6.067 notti per 648 persone |
7.285 notti per 865 persone |
Seconda Accoglienza | 1.562 notti per 10 persone |
2.985 notti per 21 persone |
4.858 notti per 35 persone |
Profughi accolti in struttura | 7.259 notti per 38 persone |
3.434 notti per 39 persone |
|
Farmaci | 503 per 253 persone |
420 per 209 persone |
218 per 121 persone |
Materiali scolastici | 111 per 65 famiglie |
101 per 66 famiglie |
53 per 35 famiglie |
Sussidi economici | 85.661 € | non rilevato | non rilevato |
Nonostante la diminuzione delle persone che si sono rivolte a noi nel 2015, gli interventi sono stati molto più numerosi rispetto al passato: sono stati fatti oltre 9 mila colloqui, serviti oltre 97 mila pasti, di cui 51.218 alla mensa del primo turno che è aperta a tutte le persone (previo il colloquio al Centro di Ascolto). Oltre 3 mila docce a 672 persone. Ospitate 706 persone per 6.278 notti.
Aumentati anche i farmaci: ne sono stati distribuiti 503 a 253 persone.
Tantissime le richieste per i sussidi economici: non sempre vengono soddisfatte, perché si valuta caso per caso e si cerca di offrire risposte anche in base alle possibilità; nel 2015 sono stati donati 85.661 euro, così distribuiti:
Sussidi | |
---|---|
Sanità | € 24.014 |
Affitto | € 17.712 |
Bollette | € 17.137 |
Viaggi e carburanti | € 8.089 |
Alimenti | € 3.106 |
Documenti | € 1.262 |
Gestione abitazione | € 2.690 |
Spese scolastiche | € 859 |
Alimenti e prodotti per neonati | € 205 |
Altro | € 10.587 |