Unità Operativa Dipendenze Patologiche della Provincia di Rimini
Il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche (DSM – DP) – ambito di Rimini è una struttura aziendale complessa che garantisce la tutela della salute mentale e il contrasto alle dipendenze patologiche di tutta la popolazione, in età evolutiva ed adulta, del proprio bacino territoriale di riferimento. Nel perseguire questa missione il DSM-DP presta la propria attenzione al benessere psichico, fisico e sociale della persona, alla sua sofferenza, ai disagi e alle sue aspettative, al rispetto della libertà, della dignità e dell’autodeterminazione, tramite processi/servizi territoriali ed ospedalieri e in tal senso identifica alcune principali aree d’intervento, in stretta correlazione con i bisogni clinici espressi dal paziente. Fra i servizi espressi dal dipartimento vi è quello dell’Unità operativa Dipendenze Patologiche (SerT) la cui missione è quella di:
- garantire la prevenzione, il trattamento e la cura dei disturbi da abuso di sostanze legali (alcol e tabacco) ed illegali e di occuparsi di alcuni comportamenti compulsivi che si esprimono anche senza sostanze d’abuso (gioco d’azzardo patologico, dipendenze da videogiochi, ecc.);
- di tutelare la salute dei soggetti con disturbo da uso di sostanze psicoattive;
- di definire programmi terapeutici efficaci e personalizzati, in relazione alla situazione e alle esigenze di questi soggetti.
Il Dipartimento ha prodotto un rapporto, la cui versione integrale può essere scaricata da qui.
Nel pragarafo seguente è possibile trovare una breve sintesi del suo contenuto.
Attività nel 2015 (sintesi)
Nel 2015 gli utenti affluiti presso questo servizio sono stati 2.364, in maggioranza costituiti da persone con problemi connessi con le droghe illegali (63,4% del totale) e secondariamente con problemi connessi con l’uso di alcol (26,4%). Fra le forme di uso/abuso/dipendenza sono da annoverare i tabagisti (6,8%) e i giocatori d’azzardo (2,4%).
I pazienti in trattamento sono il 59,5% del totale dell’utenza, il 60,8% dei quali formato da tossicodipendenti, il 29% da bevitori, il 7,2% da tabagisti e il 2,8% da giocatori d’azzardo. Solo lo 0,2% sta seguendo un percorso riabilitativo relativo a altro genere di problematiche, quali la sessualità, l’alimentazione, lo shopping compulsivo, ecc.
Gli uomini sono il 76,6% dell’utenza. Prevalentemente l’utenza è costituita da celibi/nubili (50%) o coniugati (16%). I disoccupati ammontano al 34,5% del totale (486 persone), che sommati al 12% in condizione lavorativa precaria, fanno salire il dato di coloro che si trovano in condizioni economiche svantaggiose al 46,5%. Più della metà ha un’età superiore ai 40 anni, mentre solo il 13% ha meno di 30 anni, con una tendenza generale all’invecchiamento dell’utenza.
Riguardo alla condizione abitativa in 124 casi (8,8% del totale) vivono per strada o in alloggi di fortuna. Di questi il 20% sono stranieri (25 soggetti) che provengono prevalente dal nord Africa o dai paesi dell’est Europa (Romania, Ucraina, …). I possessori di codice STP (“Straniero Temporaneamente Presente”, rilasciato dall’Asl per l’accesso alle strutture di cura) sono l’1,5% (20 soggetti).
I soggetti che sono disoccupati, con dimora instabile e in possesso del STP sono 13, pari allo 0,9%. Trattasi di maschi, stranieri, con un’età media di 40,6 anni
Gli stranieri sono in crescita percentuale sul totale dell’utenza rispetto al 2014, rappresentano l’8,7% sul totale (contro il 6,6%). La stragrande maggioranza (59,7%) giunge dall’area dell’est Europa (Russia, Ucraina, Romania, Polonia) e dai paesi del Nord Africa (28,6%). Hanno un’età media di 37 anni (sono quindi mediamente più giovani rispetto agli italiani), femmine nel 31% dei casi, residenti per il 73,8%, celibi per il 53,3% e con dimora stabile nel 78% dei casi. Il 56,6% risulta disoccupato o lavora in modo precario, il 38,5% si è rivolto per problematiche di alcol e il 56,6% per droghe o farmaci (prevalentemente oppiacei). Arrivano spontaneamente o tramite il carcere.
In relazione all’analisi delle sostanze utilizzate dall’utenza tossicodipendente in trattamento, emerge la preminenza dell’uso/abuso di eroina che resta la droga maggiormente consumata sia come sostanza “primaria” sia come secondaria (75,8%). Residuale quello delle droghe sintetiche. Aumenta il divario fra vecchia e nuova utenza: la nuova utenza è pari al 13% del totale (nel 2007 era il 23%), con un sostanziale invecchiamento dell’età media dei pazienti tossicodipendenti. Per quanto riguarda i “nuovi”, il 45,5% ha meno di 30 anni e nel 60% dei casi utilizza cocaina, sia singolarmente che in combinazione con altre sostanze. Questa, come l’eroina, viene prevalentemente sniffata o inalata. I consumatori di cannabinoidi e di cocaina risultano raddoppiati rispetto al 2007. Aumenta la quota di stranieri fra i tossicodipendenti giungendo all’8%, dei quali il 91% residenti nella provincia; in aumento anche quella dei disoccupati/ lavoratori precari e di quelli con dimora stabile, mentre si riduce invece la quota dei soggetti in età inferiore ai 30 anni, dei celibi e di coloro che vivono nelle famiglie di origine.
La condizione di salute di questa tipologia d’utenza risulta caratterizzata da una vasta incidenza di soggetti positivi alle varie forme di epatite (A;B;C, con larga preminenza di quest’ultima, nel 52,5% dei testati); il 5,1% risulta essere poi positivo all’HIV.
Il 29% dell’utenza in trattamento è contrassegnata dall’utilizzo incongruo di alcol: si tratta di soggetti in età elevata (età media 48,5; solo il 3,4% si situa sotto i 30 anni). La bevanda prevalente è il vino, a cui seguono la birra e i superalcolici; il 29% ha diagnosi psichiatrica. Fra questi sono in aumento le donne, i residenti, i disoccupati/lavoratori precari, in flessione i nuovi utenti, gli stranieri, i giovani, quelli che vivono con la famiglia di origine, gli operai e quelli con bassa scolarizzazione. In questo gruppo si segnala una significativa presenza di portatori di epatite A (il 31,4% dei sottoposti a screeening diagnostico).
I tabagisti sono il 7,2% dell’utenza trattata nel 2015: Il 61,4% ha un’età superiore ai 49 anni e 5 su 10 sono donne. Per 8 persone su 10 il presente percorso di disassuefazione è l’ennesimo tentativo di smettere di fumare. Diminuiscono i nuovi utenti, i celibi, i residenti, quelli con bassa scolarizzazione e chi possiede una casa. In aumento gli operai, i disoccupati, quelli che vivono soli e i fumatori precoci.
I giocatori d’azzardo patologico (gamblers) sono il 2% dei pazienti in trattamento nel 2015. Il profilo medio è: maschio, regolarmente occupato, lavoratore dipendente, coniugato, età media 44 anni con diploma di scuola media secondaria. Ha iniziato a giocare prima dei 30 anni, ma il passaggio al gioco problematico è avvenuto intorno ai 40; è un giocatore di videogiochi, o sala giochi o lotterie varie. In aumento la quota di coloro che si dedicano al gioco 2 o più volte alla settimana, l’utilizzo delle New Slot machines, i disoccupati, i residenti e coloro che hanno una dimora stabile; diminuiscono i maschi, gli operai, quelli con bassa scolarizzazione, quelli che vivono soli o con la famiglia di origine.
Il totale dei trattamenti attivati nel corso del 2015 è stato di 3.387: la loro maggioranza è di tipo farmacologico-sanitario (62,6%); seguono quelli legati all’area socio-educativa (21,9%).