Tavolo Povertà e Salute

Povertà e salute, un binomio complesso che necessita di essere analizzato da più prospettive e, soprattutto, che richiede di essere osservato dal punto di vista dei diversi attori che quotidianamente si occupano di trattarne le ricadute su molte persone in situazione di difficoltà.

Già nel marzo del 2014, insieme all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, all’Opera Sant’Antonio per i Poveri, al Banco e Centro di Solidarietà e all’Associazione Rompi il Silenzio, si valutò che uno dei problemi più emergenti fosse la difficoltà di intervento su persone che al disagio economico accompagnavano anche problematiche di salute.

In questi anni FioPSD e Caritas Italiana hanno più volte approfondito questo tema cercando di mettere in campo strategie a livello nazionale che potessero offrire risposte adeguate o, quanto meno, modalità operative efficaci.

Il 18 maggio del 2015, la Caritas diocesana di Rimini, ha costituito un tavolo di lavoro sul tema “povertà e salute” che ha coinvolto non solo le Associazioni impegnate nella realizzazione di progetti di contrasto al disagio estremo, ma anche alcuni servizi pubblici.

Hanno fatto parte di questo consesso gli Sportelli Sociali dei Comuni di Rimini, Riccione, Coriano e Cattolica; il Centro di Salute Mentale, il Sert, il Consultorio ginecologico e pediatrico, l’Ambulatorio Extra-Cee dell’ASL di Rimini, l’Associazione Papa Giovanni XXIII, l’Opera Sant’Antonio, la Croce Rossa, Anteas e il Centro Aiuto Vita di Rimini, la Caritas diocesana attraverso l’equipe delle Caritas parrocchiali, un farmacista volontario, la presidente dell’Associazione di volontariato “Madonna della Carità” e la responsabile dell’Osservatorio delle Povertà che ne ha coordinato i lavori.

 

Il percorso si è strutturato in tre incontri: con il primo, a maggio 2015, è stata fatta una verifica sul valore del Rapporto sulle Povertà come strumento di analisi e lettura delle situazioni di disagio; a luglio sono stati analizzati i dati raccolti da tutti gli attori partecipanti, relativi al primo semestre del 2015, con l’obiettivo di fare una mappatura delle situazioni di povertà e di disagio maggiormente diffuse, riconducibili a problematiche di salute; a gennaio 2016 si è proceduto con un lavoro di sintesi, che ha portato a stilare un elenco delle maggiori criticità da sottoporre all’attenzione delle amministrazioni e delle istituzioni preposte all’individuazione di efficaci soluzioni politiche e operative.

I problemi

Dalla lettura dei dati è emerso come siano molteplici le categorie di persone in situazione difficoltà; a tutte dovrebbe essere garantito l’accesso ai servizi di assistenza e cura per quali, in considerazione dell’eterogeneità delle problematiche manifestate, si richiede una sempre maggiore capacità di adattamento e di flessibilità nelle risposte da mettere in campo.

Rispetto alle situazioni di disagio più emergenti sono state evidenziate le seguenti:

  • persone senza dimora, non iscritte all’anagrafe, non hanno diritto all’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e all’assegnazione di un medico di base. Pertanto, in caso di necessità, devono fare riferimento solo al Pronto Soccorso; se necessitano di cure e di farmaci specifici, erogati solo dietro prescrizione medica, non possono contare sui servizi territoriali predisposti a tali adempimenti;
  • persone senza dimora, in dimissione dall’ospedale; non esistono strutture adeguate che possano rispondere alle necessità di assistenza e di convalescenza;
  • persone completamente prive di reddito che faticano ad accedere gratuitamente ad alcuni servizi specialistici (una situazione ricorrente è quella derivante dal bisogno di cure odontoiatriche);
  • persone che hanno l’iscrizione anagrafica in un Comune diverso da quello in cui effettivamente vivono non possono usufruire dei servizi sanitari della città di dimora, se non solo dopo aver affrontato numerose questioni burocratiche;
  • famiglie in cui sono presenti persone con gravi problemi di salute; spesso non sono sufficientemente tutelate e supportate; le donne si fanno carico faticosamente di tutto il peso familiare e per questo non hanno possibilità di lavorare e di instaurare relazioni positive che le sostengano nel quotidiano;
  • cittadini stranieri comunitari con iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale scaduta e privi di requisiti per rinnovarla possono accedere alle cure solo mediante la stipula di un’assicurazione sanitaria che costa mediamente intorno ai 300/400 euro.

 

Consapevoli che il cammino intrapreso sia lungo e costellato da difficoltà, tutti i componenti del tavolo sono concordi nell’affermare che:

  • il diritto alla salute è un diritto universale, pertanto tutti dovrebbero avere pari opportunità di accesso ai servizi e alle cure urgenti e indispensabili da questi erogate;
  • a livello locale, è necessario garantire le cure odontoiatriche anche alle persone con disagio economico o, quanto meno, individuare un gruppo di medici dentisti disponibili a fornire cure gratuite o a costi contenuti in favore delle persone indigenti.