Conclusioni e prospettive

Come si è colto dalla lettura di questa pubblicazione, seppur in tutte le realtà siano diminuite le persone in stato di disagio economico, le situazioni sono sempre più gravi e più complesse e richiedono un’azione sinergica da parte di tutti gli attori presenti sul territorio. La forbice della povertà si è allargata: comprende sia coloro che sono in situazione di difficoltà da tempo, che quelli che fino al giorno prima avevano lavoro, casa e famiglia; sia italiani immigrati dal sud che riminesi sempre vissuti sul territorio; sia stranieri arrivati in Italia da oltre vent’anni, che profughi appena scappati dalla guerra; sia individui che vivono soli che interi nuclei familiari con figli minori a carico; sia giovani che anziani. Tutti richiedono ascolto, sostegno e percorsi personalizzati, perché ciascuno, per quanto povero sia, è comunque anche portatore di capacità, ma deve ritrovare la forza e le occasioni per rimettersi in gioco e per poterle far nuovamente fruttare.

 

Questo Rapporto è riuscito a far emergere quali e quante siano le situazioni di povertà e salute presenti sul territorio riminese, tutti gli enti coinvolti hanno infatti analizzato questa variabile, cogliendo aspetti che, molto spesso, rimanevano nascosti per la delicatezza intrinseca del tema. Si è quindi riscontrato come tante famiglie dove sono presenti componenti ammalati vivano il sentimento dell’abbandono, della solitudine e, sempre più spesso, fatichino a coprire le spese relative ai bisogni familiari; quante persone senza dimora vivano in condizioni di salute precarie e non riescano a curarsi perché prive di reddito e soprattutto perché prive di un alloggio che garantisca un ambiente sano e protetto; quante persone disabili fatichino a trovare un’occupazione o quante persone non abbiano diritto ad un medico di base perché sprovviste di residenza e quante associazioni intervengano per i pagamenti di medicinali, visite mediche specialistiche, materiali sanitari (fasce ortopediche, busti, calze, stampelle…), occhiali, visite odontoiatriche, pannoloni, aerosol…

Di fronte a queste problematiche il tavolo “salute e povertà”, coordinato dall’Osservatorio della Caritas diocesana, ha affermato che:

  • il diritto alla salute è un diritto universale, pertanto tutti dovrebbero avere pari opportunità di accesso ai servizi e alle cure urgenti e indispensabili;
  • a livello locale, è necessario garantire le cure odontoiatriche anche alle persone con disagio economico.

Per quel che concerne le prospettive due sono gli ambiti in cui la Caritas si sta maggiormente impegnando nell’ultimo periodo:

  • favorire l’accoglienza di piccoli gruppi di profughi all’interno delle parrocchie, in modo da garantire un’accoglienza diffusa e far crescere le comunità cristiane rispetto all’integrazione degli stranieri (vedi progetti Parrocchia Accogliente e Rifugiato a casa mia).
  • aprire un Emporio solidale per far sì che le persone e le famiglie con disagio economico possano accedere a beni di prima necessità scegliendo i prodotti che più li aggradano: ogni persona e famiglia sarà dotata di una tessera a punti che verrà rilasciata previo colloquio di valutazione dagli operatori sociali. L’Emporio sarà inaugurato sabato 16 aprile (il progetto doveva realizzarsi nel 2015, ma ha subìto un ritardo a causa di problemi burocratici).

Rispetto al tema della salute si ha intenzione di dare seguito al tavolo avviato nel 2015 e di poter aprire, in futuro, un poliambulatorio per le persone indigenti, in modo davvero da poter garantire il diritto alla salute ad ogni essere umano.