Operazione “Mare Nostrum”
Il 3 ottobre 2013, a poche miglia dal porto di Lampedusa, è avvenuto il naufragio di un’imbarcazione libica utilizzata dai trafficanti di persone per il trasporto di migranti. Questo fatto, assurto agli onori delle cronache come “Tragedia di Lampedusa”, ha provocato 366 morti accertati e circa 20 dispersi presunti; i superstiti salvati sono stati 155, di cui 41 minori. In seguito al naufragio, il governo italiano ha deciso di rafforzare il dispositivo nazionale per il pattugliamento del Canale di Sicilia, autorizzando l’operazione “Mare nostrum”, una missione militare e umanitaria la cui finalità era quella di prestare soccorso ai migranti, prima che potessero ripetersi altri tragici eventi nel Mediterraneo. L’obiettivo era quello di intervenire in loro aiuto, giungendo il più vicino possibile ai porti dei Paesi nordafricani, dai quali salpano i barconi fatiscenti che li traghettano in Europa, con la speranza che tale operazione potesse anche fungere come deterrente nei confronti di coloro che organizzano questo illecito traffico di esseri umani. Parallelamente alle operazioni di salvataggio si è messa in atto una rete di accoglienza su tutto il territorio nazionale, in grado di garantire sia un’idonea sistemazione abitativa alle persone tratte in salvo che, in attesa del perfezionamento della procedura intesa al riconoscimento della protezione internazionale, una serie di attività finalizzate a fornire supporto ai migranti, in termini di tutela della salute, alfabetizzazione, conoscenza delle leggi che regolano il “Sistema Italia”, possibilità di rendersi progressivamente autonomi e consapevoli delle proprie capacità.
Rispetto al progetto S.P.R.A.R. sopra descritto, in questo caso i tempi di accoglienza sono più ridotti: una volta definito lo status dei richiedenti protezione internazionale dalle commissioni deputate, è prevista la dimissione subito dopo il rilascio del titolo di soggiorno eventualmente concesso.
La Caritas Diocesana di Rimini, attraverso la cooperativa sociale “Madonna della Carità”, ha ospitato, nel corso dell’anno 2015, 109 persone inserite in questo progetto, provenienti da:
Nazione | n |
---|---|
Nigeria | 26 |
Mali | 24 |
Gambia | 23 |
Pakistan | 16 |
Senegal | 9 |
Ghana | 5 |
Guinea | 2 |
Marocco | 2 |
Afghanistan | 1 |
Costa d’Avorio | 1 |
Totale | 109 |
Per età la composizione è
- 7 sono diciottenni
- 43 hanno tra i 19 e i 24 anni
- 51 tra i 25 e i 34 anni
- 6 tra i 35 e i 44 anni
- 2 tra i 45 e i 64 anni
Molti dei richiedenti asilo partono lasciando in Patria le proprie famiglie spesso molto numerose; una esigua percentuale di beneficiari ha familiari in Italia, la maggior parte si trovano in altri Paesi europei, come Francia e Gran Bretagna.
Le problematiche segnalate dalle persone accolte sono essenzialmente di tipo economico, dovute alla presenza di gravi conflitti presenti nei loro Paesi, e riconducibili ai motivi che le spingono a presentare domande di protezione internazionale.
Tutti possono fruire dei percorsi di assistenza sanitaria predisposti dal SSN.
Complessivamente presentano buone condizioni di salute; le problematiche più frequentemente manifestate sono a livello dermatologico, ortopedico, odontoiatrico; spesso, alcuni disturbi come cefalee, dolori cervicali e articolari, sono conseguenza di problematiche di tipo psicologico per le quali vengono attivati percorsi ad hoc in collaborazione con i servizi socio-sanitari.
Nei confronti di tutte le persone inserite nei progetti, gli operatori si pongono l’obiettivo di instaurare una relazione positiva e costruttiva, che si deve fondare sulla fiducia, la chiarezza e, soprattutto, sulla reciprocità e sulla collaborazione tra operatore e beneficiario nell’individuazione del percorso più idoneo da intraprendere. Il fine prioritario è quello di renderli progressivamente consapevoli e preparati ad affrontare il loro progetto migratorio mettendo a disposizione strumenti adeguati per gestire autonomamente la propria esistenza nel nostro Paese. In tale ottica, è necessario investire tempo e passione attraverso una relazione assidua che quotidianamente gli operatori instaurano con ciascuna delle persone accolte, accompagnandole per qualunque necessità afferente all’ambito della vita quotidiana. Da un lato si tratta di affrontare gli aspetti della loro esistenza passata, spesso carica di sofferenza e di lacerazioni che a volte provocano disagio nella loro vita quotidiana e nei rapporti di convivenza, dall’altro di offrire un supporto paziente e competente nella soluzione di varie problematiche (abitative, di salute, di relazione con gli altri beneficiari, di istruzione, ecc.), la maggior parte delle quali sono riconducibili all’ambito della tutela personale e dell’aiuto nella costruzione di un nuovo orizzonte di vita.
In sostanza, l’obiettivo del progetto è quello di garantire protezione e supporto alle singole persone, adottando misure efficaci per una graduale acquisizione della loro autonomia.