Associazione Famiglie Insieme

L’Associazione si è costituita nel 1996 con la finalità di sostenere le famiglie in difficoltà economica e come strumento di lotta all’usura. È operativa, attraverso l’erogazione di prestiti a famiglie bisognose, dal 1997 e, in questi anni, tantissimi sono stati i cambiamenti, anche perché la crisi ha indubbiamente inciso notevolmente sul benessere delle famiglie.

Il servizio viene svolto da 4 volontari che, attraverso il dialogo diretto, valutano e ascoltano le varie situazioni. Attraverso una telefonata le famiglie fanno richiesta per poter accedere al Fondo, poi vengono ricontattate dal responsabile dell’Associazione per l’appuntamento. In questa seconda chiamata vengono valutati i criteri di idoneità. La domanda non può essere accettata se la famiglia non ha domicilio nella diocesi di Rimini, se è totalmente priva di reddito o non ha un garante che possa assicurare il rientro del prestito, se richiede una cifra troppo elevata (superiore ai 1.000 euro) o se ha già richiesto un prestito, ma non ha ancora saldato il debito e se non risponde al telefono dopo tre chiamate per fissare l’appuntamento. Nel 2015 sono state 547 le famiglie che hanno fatto richiesta e 367 quelle che hanno avuto risposta positiva, ricevendo complessivamente 340.300 euro.

Si è riscontrato un calo del 23% rispetto al 2014. Il calo non deve far erroneamente pensare alla diminuzione di situazioni di povertà, bensì è dovuto alle riduzione di disponibilità economiche da parte dell’Associazione.

Il fondo a cui si fa riferimento per l’erogazione dei prestiti è gestito da Eticredito ed è costituito attraverso contributi provenienti da diversi soggetti: Comune di Rimini, Caritas diocesana, Fondazione Carim, Comune di Riccione, Ass. Figli del Mondo e offerte di privati, per un totale di 105.000 euro.

Interessante notare i cambiamenti che sono avvenuti dall’inizio dell’attività ad oggi.

Famiglie che hanno ottenuto il prestito

Il primo anno hanno avuto risposta 41 famiglie e fino al 2006 il numero dei nuclei era al di sotto o appena sopra le 100 unità. A partire dal 2007 i numeri non hanno fatto che crescere fino a raggiungere le 491 famiglie nel 2014. Nel 2015 siamo poi scesi a 367 famiglie a causa della minor disponibilità del fondo per i prestiti. Negli ultimi anni sono inevitabilmente cambiati i criteri con cui vengono erogati i prestiti, se infatti inizialmente non c’erano limiti rispetto alla cifra richiesta, si è poi stabilito un tetto di 2.000 euro fino a raggiungere quello attuale dei 1.000, per poter rispondere a più famiglie possibile.

Erogazione media per famiglia (in migliaia di euro)

Il grafico mostra l’erogazione media per famiglia. A partire dal 2012 i prestiti sono stati concordati per un massimo di 1.000 euro.

Erogazioni totali (in migliaia di euro)

Il picco dei prestiti è stato fatto nel 2011 con 530 mila euro, nel 2012 si è dovuto interrompere l’attività per un periodo perché erano finiti i fondi e perché stavano aumentando il numero di insolvenze (cioè di persone che non riuscivano a restituire il prestito). Nel 2014 le insolvenze sono arrivate al 32%, cifra che è aumentata nel 2015 raggiungendo il 36%.

Complessivamente, dalla sua nascita, l’Associazione ha erogato 4.781.852 euro. Grazie a questi contributi le famiglie hanno potuto beneficiare di un aiuto concreto per poter risolvere o alleviare le proprie difficoltà.

Famiglie per nazionalità

Come si nota dal grafico la maggior parte delle famiglie che si sono rivolte all’Associazione sono italiane (58%), queste sono notevolmente aumentate a partire dal 2013 con 251 nuclei, fino a raggiungere le 292 unità nel 2014. Ovviamente, vista la diminuzione dei contributi, nel 2015 il numero dei beneficiari italiani è sceso a 214.

Per quel che riguarda gli stranieri, si nota che fino al 2011 erano in media il 45%, successivamente sono scesi intorno al 40%, rimanendo sempre al di sotto delle 200 unità, per poi ridursi nettamente a 153 nel 2015.

Evoluzione per nazionalità

Rispetto alle singole nazionalità, le maggiori richieste provengono da famiglie rumene (22%), seguono marocchine (12%), peruviane e tunisine (10%), ucraine (8%), senegalesi (6%), moldave e nigeriane (3%).

  2015 2014
Motivazione italiani stranieri importo % italiani stranieri importo %
Affitto 104 61 € 149.720 44.0 138 75 € 198.150 44.6
Utenze 38 3 € 36.280 10.7 69 11 € 68.560 15.4
Automezzi 40 20 € 59.100 17.4 40 38 € 75.200 16.9
Cure mediche 19 25 € 39.800 11.7 24 24 € 37.170 8.4
Arredo 7 22 € 27.600 8.1 13 14 € 23.750 5.3
Ricongiungimento 2 14 € 16.050 4.7 1 23 € 22.500 5.1
Spese scolastiche 4 8 € 11.750 3.5 7 14 € 18.700 4.2
Totale 214 153 € 340.300 100 292 199 € 444.030 100

La motivazione principale che spinge le famiglie a chiedere un prestito è il pagamento delle rate di affitto (44%). Rispetto a questa voce, l’Associazione denuncia il problema degli affitti troppo alti e spesso coinvolge gli assistenti sociali per concordare l’aiuto alle famiglie.

Sono scese notevolmente (10,7%) le richieste economiche per le utenze (anche perché spesso sono intervenute in modo più celere le Caritas parrocchiali o la Caritas diocesana) e riguardano quasi sempre famiglie italiane (38 su un totale di 41). Sono rimaste pressoché invariate le richieste per automezzi. Il dato si è attestato al 17,4% e comprende pagamenti di assicurazioni, riparazioni dal meccanico o caparre per acquisti. Le famiglie che si rivolgono all’Associazione sono le così dette “famiglie impoverite”, cioè quelle famiglie che prima della crisi avevano un’automobile e riuscivano tranquillamente a sopperire alle spese necessarie per il mantenimento del mezzo, ma ora non riescono più: interessante notare il calo delle richieste da parte delle famiglie straniere, praticamente dimezzate nel 2015, mentre sono rimaste identiche le italiane (40).

Sono cresciute notevolmente anche le richieste per le cure mediche (salite all’11,7%) e in questo report dedicato alla salute è il dato che preme maggiormente. Nonostante siano ridotti i contributi economici, la cifra rispetto all’anno passato è aumentata fino a raggiungere i 39.800 euro, più o meno equamente distribuiti tra italiani (19 casi) e stranieri (25). Purtroppo le statistiche confermano che la povertà spesso incide anche sullo stato di salute. Sebbene a livello sanitario ci siano delle agevolazioni per le fasce economiche deboli, queste non sono sufficienti perché visite specialistiche, analisi e medicinali hanno prezzi elevati, soprattutto perché sono spese che si sommano le une alle altre e che accadono spesso in modo improvviso, non pianificato, e necessitano di un pagamento immediato. L’aumento delle richieste sanitarie è stato registrato anche dallo sportello di farmaci gratuiti della Caritas diocesana. Molto spesso, la scarsa disponibilità economica, costringe sempre più persone a rinunciare all’acquisto dei farmaci e quindi a non curarsi nel caso non riescano a rivolgersi a enti di volontariato. L’altro aumento significativo riguarda la richiesta di prestito per gli arredi (arredamento interno, mobili, elettrodomestici ecc.), che nel 2014 comprendeva equamente italiani e stranieri, mentre nel 2015 ha avuto una predominanza netta di quest’ultimi (22 a 7), per un totale di 27.600 euro, ovvero l’8% delle richieste, quasi +3% rispetto al 2014.

Scendono le spese legate ai ricongiungimenti familiari, che nel 2015 si attestano al 4% delle motivazioni che spingono a richiedere un prestito. Rispetto alle domande per le spese scolastiche si registra un 3,5%; spesso la Caritas diocesana è intervenuta direttamente attraverso il servizio aperto dal 2013.

 

I volontari dell’Associazione evidenziano l’importanza della collaborazione con la Caritas diocesana, con i Servizi sociali e le Caritas parrocchiali: il lavoro di rete è estremamente importante in un periodo come questo. Nonostante le difficoltà e le insolvenze, aumentate al 36%, le famiglie si presentano sempre corrette ed educate. Questo servizio dunque è importante e prezioso per poter offrire risposte concrete ed utili a coloro che si trovano in difficoltà economica.