Operazione Cuore
“Operazione cuore” cura i rapporti con la missione presso l’Ospedale Luisa Guidotti di Mutoko nello Zimbabwe dove, dal 1963 ,opera la dottoressa riminese Marilena Pesaresi.
Grazie a questo progetto si offre la possibilità a bambini e a ragazzi africani, affetti da gravi cardiopatie congenite o valvolari, di giungere in Italia per essere sottoposti a interventi cardiochirurgici presso l’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Qui sono seguiti da un’équipe di medici e infermieri altamente professionali. La struttura sanitaria in cui opera la dottoressa riminese da oltre 40 anni è diventato il punto di partenza del viaggio di speranza per tantissime famiglie di tutto lo Zimbabwe; l’alternativa è il Sudafrica, ma qui alle difficoltà del viaggio si sommano gli eccesivi costi. Mentre nei primi anni si prendevano in carico principalmente i pazienti con problemi di valvole cardiache, ora sempre più si presentano pazienti con malformazioni cardiache congenite, spesso molto gravi, al punto da rendere rischioso lo stesso viaggio. Sono per la maggior parte bambini piccolissimi, con meno di due anni, che necessariamente devono essere accompagnati dalla mamma o da un parente.
In questi anni sono stati ospitati a Rimini circa 200 persone, tra bambini e ragazzi affetti da malformazioni cardiache. Ogni tre mesi vengono in Italia circa 4 o 5 bambini con le rispettive madri.
Nel 2015 sono arrivati in Italia 29 pazienti. 26 erano minori e 3 adulti (tra i 22 e 43 anni, operati a Cotignola, in provincia di Ravenna). 16 sono stati operati a Bologna, 6 a San Donato Milanese, 4 a Genova.
I minori sono arrivati tutti accompagnati da famigliari, tranne una (tutte mamme, eccetto 2 zie).
Di questi pazienti 25 sono stati operati nel 2015 (uno due volte) e 4 nel 2016. Nessuno è deceduto. 25 sono già tornati a casa.
Inoltre, 7 bambini dai 4 ai 13 anni, affetti da cardiopatie congenite, sono stati operati in Africa (Kenia). Sempre come “operazione Cuore” sono stati operati anche pazienti adulti In Sudan nel 2015: trattasi di 3 pazienti per patologie valvolari dai 21 ai 40 anni.
In lista di attesa ci sono 60 bambini.
Il progetto, dal 1990, è sostenuto dalla Caritas diocesana di Rimini, che si fa carico dell’acquisto dei medicinali, dell’accompagnamento alle visite di controllo agli ospedali di Bologna e Rimini e dell’assistenza nelle fasi pre- e post-operatorie. La Regione Emilia Romagna si assume le spese per gli interventi.
Per chi arriva dal continente africano, le volontarie e i volontari (una decina) della Caritas – coordinati da Sara Barraco (responsabile del progetto) – sono il primo viso amico che incontrano scesi dall’aereo; i volontari e Sara seguono i rapporti con le famiglie riminesi, che danno la propria disponibilità ad accogliere questi bambini.
Un ruolo molto importante è quello svolto dalle famiglie riminesi che accolgono in casa i bambini per tutti i mesi della loro permanenza in Italia, offrono loro assistenza, ma soprattutto l’affetto e il calore di cui hanno bisogno. Complessivamente sono una quarantina le famiglie che in questi anni hanno dato la loro disponibilità per l’accoglienza.
Il progetto “Operazione Cuore” – chiamato così per il collegamento con gli interventi cardiaci – è un’esperienza che opera anche sul cuore di chi accoglie, rendendolo capace di un amore gratuito, in grado di creare legami non basati sul sangue, ma sugli affetti. Tra chi accoglie e chi è accolto si stabilisce una relazione che dura nel tempo anche dopo il ritorno a casa dei bambini e dei loro familiari. Una Operazione che cambia lo stile di vita delle famiglie accoglienti a partire dai bambini che si scoprono capaci di solidarietà e condivisione. Le cose per noi scontate, come l’acqua corrente e il riscaldamento acquistano un altro valore e ci insegnano che un consumo equo e sostenibile non è solo fonte di risparmio ma anche di giustizia.
Allo stesso tempo aiuta la comunità parrocchiale ad aprirsi all’accoglienza e alla carità. Chi ha già fatto questa esperienza ha raccontato il vissuto nella sua bellezza e profondità accompagnate dalle fatiche e purtroppo a volte dal fallimento legato alla morte del bambino. Ma anche da questo nasce un insegnamento: le persone non sono nostre, il Signore ce le dona perché noi le amiamo e le custodiamo in vista dell’incontro con Lui.
Accogliendo un mamma africana con il suo bambino, si aprono gli orizzonti della propria famiglia e della propria vita e si impara a fare famiglia con chi ne ha bisogno.
Il Progetto Operazione Cuore ha come obiettivi:
- Sostenere le persone che arrivano dallo Zimbabwe per tutte le loro necessità: inserimento nelle famiglie ospitanti, disbrigo delle pratiche burocratiche per l’ottenimento del permesso di soggiorno, reperimento del vestiario, accompagnamento nelle strutture ospedaliere per tutto l’iter sanitario.
- Sensibilizzare (utilizzando anche i media diocesani e locali) e trovare sempre più famiglie disponibili ad ospitare mamme e bambini per il periodo di soggiorno pre e post operatorio.
- Formare e preparare la famiglie ospitanti ad accogliere nel modo migliore possibile le mamme e i bambini che arrivano.
- Coinvolgere nell’assistenza durante la degenza ospedaliera, anche 24 ore su 24, un maggior numero di volontari. Spesso questo tipo di servizio, riveste carattere d’urgenza e non si può quindi programmare.
Per questo si organizzano:
- momenti formativi per le famiglie ospitanti con i dottori Pesaresi in occasione dei viaggi in Italia di Marilena (generalmente a gennaio e luglio) per avere consigli medici e suggerimenti per conoscere usi, costumi, abitudini e mentalità africane;
- momenti diocesani, durante l’anno, per tenere viva l’attenzione di tutti per l’Operazione Cuore e per continuare a ricevere il sostegno economico e la disponibilità di accoglienza nelle famiglie; serate a tema a livello parrocchiale e/o vicariale di informazione, con le testimonianze dei volontari della Caritas e delle famiglie che hanno già fatto questa esperienza.
Il Progetto è seguito da una equipe composta da Don Renzo Gradara, Sara Barraco, Fernanda Conti, Cesarina Marchini, Luciano Marzi e Cesare Giorgetti, Dott. Antonio Pesaresi e Dott. Flavio Bologna.