Sportello Acli “Offro – Cerco lavoro”
Assistenti familiari
Nel 2015 abbiamo iscritto al nostro registro di ricerca per il lavoro 145 persone, di cui 65 hanno richieste di non convivere con il datore di lavoro e 80 hanno dato disponibilità per un’assistenza continuativa giorno e notte.
L’80% delle richieste di lavoro sono state di persone dell’Est Europa, prevalentemente da Romania, Bulgaria, Ucraina, Russia, Kazakistan e Polonia.
Il 10% erano africane con una novità rispetto ai paesi di provenienza del passato; quest’anno infatti abbiamo registrato un aumento di persone provenienti dal Senegal e dal Camerun, questo fenomeno potrebbe spiegarsi con il fatto che esiste sul territorio un numeroso gruppo senegalese. Molte di queste donne non hanno mai fatto lavoro di assistenza, alcune hanno lavorato come lavapiatti o tuttofare in alberghi stagionali e sottopagate. Esiste ancora nei loro confronti una forma di rifiuto dovuto al colore della pelle e alla scarsa conoscenza della lingua italiana.
L’8% è rappresentato da persone italiane, quasi tutte con una qualifica da Oss e provenienti da diverse regioni: Puglia, Campania, Abruzzo, Emilia Romagna.
È molto diminuita la presenza di persone dell’America Latina, hanno raggiunto appena l’1%, per la prima volta si sono rivolte a noi le cubane.
Un altro 1% è rappresentato da donne dei Paesi arabi, quali Tunisia e Marocco, Algeria, Libano, Somalia, ma anch’esse non hanno esperienza nel settore.
L’iscrizione alla nostra banca dati è diminuita rispetto al passato (nel 2014 avevamo registrato 443 persone) in quanto abbiamo optato per compiere una scelta mirata rispetto alle assistenti professionali, meritevoli di trovare lavoro. Scelta che viene valutata in base a un colloquio conoscitivo pre-iscrizione. Stiamo quindi facendo una iscrizione di “qualità” e non di “quantità”.
La diminuzione delle iscrizioni è anche dovuta al “passaparola” in merito ai nostri nuovi criteri di selezione.
Famiglie che hanno richiesto una assistente
Le famiglie che hanno fatto richiesta di un’assistente familiare, con conseguente assunzione, sono state 20; ognuna con una sua casistica, per le quali siamo riusciti ad individuare le assistenti adeguate.
Sette invece sono state le famiglie che hanno fatto richiesta, ma che poi non hanno assunto nessuno. Il problema principale si riscontra nell’impegno economico comportato dalla necessità di avere un’assistente perché gli stipendi per tale servizio sono alti, e soprattutto lo sono i contributi che le famiglie non ritengono opportuno pagare “visto che sono straniere che ci pensi il loro stato a dare le pensioni”.
Purtroppo esiste ancora il lavoro “sommerso”, il “passaparola”, “il caporalato”.